LEGGE N.4 DI GENNAIO 2013

l’11 febbraio 2013 è entrata in vigore la Legge n. 4 del 14 gennaio 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”.
La legge prevede che tutti i professionisti debbano scrivere di essere disciplinati ai sensi della legge 14 gennaio 2013 n.4 . Quindi ad esempio alla dizione “operatore shiatsu”, dovrete aggiungere “professione disciplinata ai sensi della legge 14 gennaio 2013 n.4.
Disposizioni in materia di professioni non organizzate
Nota 1 il testo della legge non utilizza mai la dicitura “riconoscimento delle associazioni professionali”, dicitura utilizzata spesso dalle associazioni professionali stesse; si tratta nella migliore delle ipotesi di una imprecisione, nella peggiore di un inganno:

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno
approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga 
la seguente legge:


Art. 1
Oggetto e definizioni
1. La presente legge, in attuazione dell'art. 117, terzo comma, della Costituzione e nel rispetto dei principi dell'Unione europea in materia di concorrenza e di liberta' di circolazione, disciplina le professioni non organizzate in ordini o collegi.
Nota 2: Riflessione: la legge disciplina le professioni non organizzate in ordini e collegi, cioè anche la professione di operatore shiatsu e in generale di operatore DBN. Ma val la pena farsi regolamentare la professione di operatore DBN, che è già libera, per dare un po’ di visibilità alle associazioni professionali? Le A.P. (Associazioni Professionali) non hanno venduto la libertà di pratica degli operatori, ingabbiandolo in regole più rigide (vedi obblighi e sanzioni previsti all’art.3 e la normativa UNI, per fortuna facoltativa,  prevista all’art.6) per gli interessi di bottega, cioè avere  più potere? Per fortuna la Costituzione e il Codice Civile tutela la libera professione per cui non hanno potuto far tanto danno, ma a che pro? Per avere una fettina di potere piccola piccola (sedere ai tavoli della burocrazia – art. 9 -) e una minuscola visibilità in un elenco su un sito Ministeriale (art. 7) in cambio di nuovi obblighi  e sanzioni per gli (ex) liberi professionisti?
Ci hanno venduto per un piatto di lenticchie?Ma questo non è il famigerato consociativismo?


2. Ai fini della presente legge, per «professione non organizzata in ordini o collegi», di seguito denominata «professione», si intende l'attivita' economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e
prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attivita' riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell'art. 2229 del codice civile, delle professioni sanitarie e delle attivita' e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.
Tutto come prima della legge 4/2013


3. Chiunque svolga una delle professioni di cui al comma 2 contraddistingue la propria attivita', in ogni documento e rapporto scritto con il cliente, con l'espresso riferimento, quanto alla discplina applicabile, agli estremi della presente legge. L'inadempimento rientra tra le pratiche commerciali scorrette tra professionisti e consumatori, di cui al titolo III della parte II del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005,
n. 206, ed e' sanzionato ai sensi del medesimo codice.
Nota 3: Ecco un nuovo obbligo senza vantaggi ma con sanzioni in caso di dimenticanza (avevamo proprio bisogno di una regola burocratica in più che nulla aggiunge alla serietà e autorevolezza di un operatore in gamba ma che può dare credito a un operatore improvvisato perché nulla li differenzia di fronte all’utenza. Lo potranno, anzi dovranno usare tutti) 


4. L'esercizio della professione e' libero e fondato sull'autonomia, sulle competenze e sull'indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica, nel rispetto dei principi di buona fede,
dell'affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell'ampliamento e della specializzazione dell'offerta dei servizi, della responsabilita' del professionista.
Tutto come prima


5. La professione e' esercitata in forma individuale, in forma associata, societaria, cooperativa o nella forma del lavoro dipendente.
Tutto come prima


Art. 2
Associazioni professionali
1. Coloro che esercitano la professione di cui all'art. 1, comma 2, possono costituire associazioni a carattere professionale di natura privatistica, fondate su base volontaria, senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva, con il fine di valorizzare le competenze
degli associati e garantire il rispetto delle regole deontologiche, agevolando la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza.
Nota 4: ma era  già così, è un diritto sancito dalla Costituzione, non c’era bisogno di una legge nuova. In Parlamento già combinano poco, ha senso far perdere tempo per una legge che, bene che vada, riafferma ciò che già è garantito e, per male che vada,  aggiunge vincoli e sanzioni in un momento in cui si dichiarano necessarie le “liberalizzazioni”?


2. Gli statuti e le clausole associative delle associazioni professionali garantiscono la trasparenza delle attivita' e degli assetti associativi, la dialettica democratica tra gli associati, l'osservanza dei principi deontologici, nonché una struttura organizzativa e tecnico-scientifica adeguata all'effettivo raggiungimento delle finalita' dell'associazione.
Tutto come prima


3. Le associazioni professionali promuovono, anche attraverso specifiche iniziative, la formazione permanente dei propri iscritti, adottano un codice di condotta ai sensi dell'art. 27-bis del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206,
vigilano sulla condotta professionale degli associati e stabiliscono le sanzioni disciplinari da irrogare agli associati per le violazioni del medesimo codice.
Tutto come prima


4. Le associazioni promuovono forme di garanzia a tutela dell'utente, tra cui l'attivazione di uno sportellodi riferimento per il cittadino consumatore, presso il quale i committenti delle
prestazioni professionali possano rivolgersi in caso di contenzioso con i singoli professionisti, ai sensi dell'art. 27-ter del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, nonche' ottenere informazioni relative all'attivita' professionale in
generale e agli standard qualitativi da esse richiesti agli iscritti.
Nota 5 Un nuovo obbligo? Non sembra (promuovono…)! Ma potevano farlo anche prima, se non è un obbligo. Se è un obbligo ecco una nuova pesantezza burocratica.


5. Alle associazioni sono vietati l'adozione e l'uso di denominazioni professionali relative a professioni organizzate in ordini o collegi.
Tutto come prima


6. Ai professionisti di cui all'art. 1, comma 2, anche se iscritti alle associazioni di cui al presente articolo, non e' consentito l'esercizio delle attivita' professionali riservate dalla legge a specifiche categorie di soggetti, salvo il caso in cui dimostrino il possesso dei requisiti previsti dalla legge e l'iscrizione al relativo albo professionale.
Tutto come prima


7. L'elenco delle associazioni professionali di cui al presente articolo e delle forme aggregative di cui all'art. 3 che dichiarano, con assunzione di responsabilita' dei rispettivi rappresentanti legali, di essere in possesso dei requisiti ivi previsti e di rispettare, per quanto applicabili, le prescrizioni di cui agli articoli 5, 6 e 7 e' pubblicato dal Ministero dello sviluppo economico nel proprio sito internet, unitamente agli elementi concernenti le notizie comunicate al medesimo Ministero ai sensi dell'art. 4, comma 1, della presente legge.
Nota 5. Ed ecco il piatto di lenticchie! Ben misero! Non neanche un piatto è una cucchiaiata di lenticchie! Prima le associazioni professionali con determinate caratteristiche erano inserite in un elenco presso il Ministero della  Giustizia (qualcuno l’aveva mai consultato? Non certamente i clienti!),  ora saranno inserite in un secondo elenco presso il Ministero delle Attività Produttive…; che grande conquista!


Art. 3
Forme aggregative delle associazioni
1. Le associazioni professionali di cui all'art. 2, mantenendo la propria autonomia, possono riunirsi in forme aggregative da esse costituite come associazioni di natura privatistica.
2. Le forme aggregative rappresentano le associazioni aderenti e agiscono in piena indipendenza e imparzialita'.
3. Le forme aggregative hanno funzioni di promozione e qualificazione delle attivita' professionali che rappresentano, nonche' di divulgazione delle informazioni e delle conoscenze ad esse connesse e di rappresentanza delle istanze comuni nelle sedi
politiche e istituzionali. Su mandato delle singole associazioni, possono controllare l'operato delle medesime associazioni, ai fini della verifica del rispetto e della congruita' degli standard professionali e qualitativi dell'esercizio dell'attivita' e dei codici di condotta definiti dalle stesse associazioni.
Potevano farlo anche prima, con le medesime modalità!


Art. 4
Pubblicita' delle associazioni professionali 
1. Le associazioni professionali di cui all'art. 2 e le forme aggregative delle associazioni di cui all'art. 3 pubblicano nel proprio sito web gli elementi informativi che presentano utilita' per il consumatore, secondo criteri di trasparenza, correttezza, veridicita'. Nei casi in cui autorizzano i propri associati ad utilizzare il riferimento all'iscrizione all'associazione quale
marchio o attestato di qualita' e di qualificazione professionale dei propri servizi, anche ai sensi degli articoli 7 e 8 della presente legge, osservano anche le prescrizioni di cui all'art. 81 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59.
2. Il rappresentante legale dell'associazione professionale o della forma aggregativa garantisce la correttezza delle informazioni fornite nel sito web.
3. Le singole associazioni professionali possono promuovere la costituzione di comitati di indirizzo e sorveglianza sui criteri di valutazione e rilascio dei sistemi di qualificazione e competenza professionali. Ai suddetti comitati partecipano, previo accordo tra le parti, le associazioni dei lavoratori, degli imprenditori e dei consumatori maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Tutti gli oneri per la costituzione e il funzionamento dei comitati sono posti a carico delle associazioni rappresentate nei comitati stessi.
Tutto come prima perché prima qualcuno o qualcosa poteva impedirglielo?


Art. 5
Contenuti degli elementi informativi
1. Le associazioni professionali assicurano, per le finalita' e con le modalita' di cui all'art. 4, comma 1, la piena conoscibilita' dei seguenti elementi:
a) atto costitutivo e statuto;
b) precisa identificazione delle attivita' professionali cui l'associazione si riferisce;
c) composizione degli organismi deliberativi e titolari delle cariche sociali;
d) struttura organizzativa dell'associazione;
e) requisiti per la partecipazione all'associazione, con particolare riferimento ai titoli di studio relativi alle attivita' professionali oggetto dell'associazione, all'obbligo degli appartenenti di procedere all'aggiornamento professionale costante e alla predisposizione di strumenti idonei ad accertare l'effettivo assolvimento di tale obbligo e all'indicazione della quota da versare per il conseguimento degli scopi statutari;
f) assenza di scopo di lucro.
2. Nei casi di cui all'art. 4, comma 1, secondo periodo, l'obbligo di garantire la conoscibilita' e' esteso ai seguenti elementi: 
a) il codice di condotta con la previsione di sanzioni graduate in relazione alle violazioni poste in essere e l'organo preposto all'adozione dei provvedimenti disciplinari dotato della necessaria autonomia;
b) l'elenco degli iscritti, aggiornato annualmente;
c) le sedi dell'associazione sul territorio nazionale, in almeno tre regioni;
d) la presenza di una struttura tecnico-scientifica dedicata alla formazione permanente degli associati, in forma diretta o indiretta;
e) l'eventuale possesso di un sistema certificato di qualita' dell'associazione conforme alla norma UNI EN ISO 9001 per il settore di competenza;
f) le garanzie attivate a tutela degli utenti, tra cui la presenza, i recapiti e le modalita' di accesso allo sportello di cui all'art. 2, comma 4.
Potevano farlo anche prima


Art. 6
Autoregolamentazione volontaria
1. La presente legge promuove l'autoregolamentazione volontaria e la qualificazione dell'attivita' dei soggetti che esercitano le professioni di cui all'art. 1, anche indipendentemente dall'adesione degli stessi ad una delle associazioni di cui all'art. 2.
2. La qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformita' della medesima a norme tecniche UNI ISO, UNI EN ISO, UNI EN e UNI, di seguito denominate «normativa tecnica UNI», di cui alla direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, e sulla base delle linee guida CEN 14 del 2010.
3. I requisiti, le competenze, le modalita' di esercizio dell'attivita' e le modalita' di comunicazione verso l'utente individuate dalla normativa tecnica UNI costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l'esercizio autoregolamentato della singola attivita' professionale e ne assicurano la qualificazione.
4. Il Ministero dello sviluppo economico promuove l'informazione nei confronti dei professionisti e degli utenti riguardo all'avvenuta adozione, da parte dei competenti organismi, di una norma tecnica UNI relativa alle attivita' professionali di cui all'art. 1.
La normativa tecnica UNI esisteva già e poteva essere integrata e  promossa anche prima; nulla di nuovo. E è possibile anche per i singoli, come prima.


Art. 7 
Sistema di attestazione
1. Al fine di tutelare i consumatori e di garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali, le associazioni professionali possono rilasciare ai propri iscritti, previe le necessarie verifiche, sotto la responsabilita' del proprio rappresentante legale, un'attestazione relativa:
a) alla regolare iscrizione del professionista all'associazione;
b) ai requisiti necessari alla partecipazione all'associazione stessa;
c) agli standard qualitativi e di qualificazione professionale che gli iscritti sono tenuti a rispettare nell'esercizio dell'attivita' professionale ai fini del mantenimento dell'iscrizione
all'associazione;
d) alle garanzie fornite dall'associazione all'utente, tra cui l'attivazione dello sportello di cui all'art. 2, comma 4;
e) all'eventuale possesso della polizza assicurativa per la responsabilita' professionale stipulata dal professionista;
f) all'eventuale possesso da parte del professionista iscritto di una certificazione, rilasciata da un organismo accreditato, relativa alla conformita' alla norma tecnica UNI.
2. Le attestazioni di cui al comma 1 non rappresentano requisito necessario per l'esercizio dell'attivita' professionale.
Nota 6. L’associazione può attestare che il socio è socio, che per essere socio deve rispettare certe norme e avere certe qualità ecc. né più né meno come prima. Argolini ha scritto ai soci sostenendo addirittura che l’Apos poteva rilasciare un “Attestato nazionale di Competenza”! niente di più falso! Dove l’ha letto?Non è un “Attestato di Competenza” come quello rilasciato dalla regione ma tutt’al più un “attestato di appartenenza” ad una semplice associazione privata. Come prima!
Perché l’Apos inganna consapevolmente i suoi soci? 


Art. 8
Validita' dell'attestazione
1. L'attestazione di cui all'art. 7, comma 1, ha validita' pari al periodo per il quale il professionista risulta iscritto all'associazione professionale che la rilascia ed e' rinnovata ad ogni rinnovo dell'iscrizione stessa per un corrispondente periodo. La scadenza dell'attestazione e' specificata nell'attestazione stessa. Ovvio! È già così.
2. Il professionista iscritto all'associazione professionale e che ne utilizza l'attestazione ha l'obbligo di informare l'utenza del proprio numero di iscrizione all'associazione.
Nota 7: Ecco un obbligo burocratico inutile in più; cosa frega al cliente del n° di iscrizione all’A.P.?


Art. 9
Certificazione di conformita' a norme tecniche UNI
1. Le associazioni professionali di cui all'art. 2 e le forme aggregative di cui all'art. 3 collaborano all'elaborazione della normativa tecnica UNI relativa alle singole attivita' professionali, attraverso la partecipazione ai lavori degli specifici organi tecnici o inviando all'ente di normazione i propri contributi nella fase dell'inchiesta pubblica, al fine di garantire la massima consensualita', democraticita' e trasparenza. Le medesime associazioni possono promuovere la costituzione di organismi di certificazione della conformita' per i settori di competenza, nel rispetto dei requisiti di indipendenza, imparzialita' e professionalita' previsti per tali organismi dalla normativa vigente e garantiti dall'accreditamento di cui al comma 2. Ecco un piccolo potere in più per le A.P. Ma in realtà nessuno glielo poteva impedire neanche prima.
2. Gli organismi di certificazione accreditati dall'organismo unico nazionale di accreditamento ai sensi del regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, possono rilasciare, su richiesta del singolo professionista anche non iscritto ad alcuna associazione, il certificato di conformita' alla norma tecnica UNI definita per la singola professione.
Come prima, anche senza A.P.


Art. 10
Vigilanza e sanzioni
1. Il Ministero dello sviluppo economico svolge compiti di vigilanza sulla corretta attuazione delle disposizioni della presente legge. Cosa farà il Ministero? Bah! Un compito in più per la burocrazia che non sarà mai svolto! Aria fritta.
2. La pubblicazione di informazioni non veritiere nel sito web dell'associazione o il rilascio dell'attestazione di cui all'art. 7, comma 1, contenente informazioni non veritiere, sono sanzionabili ai sensi dell'art. 27 del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e successive modificazioni. Altre sanzioni, però sacrosante in questo caso! Ma esistevano anche prima, identiche, previste nel codice del consumo citato.


Art. 11
Clausola di neutralita' finanziaria
1. Dall'attuazione degli articoli 2, comma 7, 6, comma 4, e 10 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Il Ministero dello sviluppo economico provvede agli adempimenti ivi previsti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. 
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta Ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
In definitiva una legge inutile, anzi lievemente dannosa perché appesantisce gli obblighi burocratici per gli operatori. Ma può servire alla associazioni professionali per “sembrare” più importanti e utili e raccogliere nuovi tesserati. Per questo che la esaltano e la osannano! Ma agli operatori e ai praticanti non porta alcun beneficio, solo oneri burocratici e possibili sanzioni!

Data a Roma, addi' 14 gennaio 2013
NAPOLITANO
Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: Severino

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